Si no si no, alla fine SI', partiamo!
Quest’anno il ponte dei Santi e la festa per il patrono di Trieste, San Giusto, si incastravano perfettamente. Quindi assieme al mio fidanzato e ad altri amici siamo partiti venerdì 28 ottobre per Finale Ligure, il paradiso della MTB, e siamo ritornati giovedì 3 novembre!!
…parlare di Finale, panico da foglio bianco, troppa emozione, troppo bello, troppo tutto, bravi tutti!!
Bike shuttle che ti lasciano alla partenza dei sentieri, guide simpaticissime che ti mostrano i sentieri, tanta gente con la stessa passione, percorsi flow o con pietre, corti o lunghi… ce n’è per tutti i gusti!! Sentieri che arrivano in spiaggia… siamo in paradiso, l’avevamo capito subito! Almeno una o due volte l’anno ci vado, è un po’ come andare nella casa delle vacanze!
Finale non delude mai!
Lascio parlare le foto...
Sha
La sirenetta della MTB in posa per i fan di Sanremo |
Alle prese con la "DH donne" |
La spiaggia di Finale Ligure |
Scendendo verso il mare |
L'approccio al "bagno" |
Il gruppo vacanze... ION addicted!! |
Il nostro amico Manuel :P |
Finale è anche "il bagno a Novembre" |
Altro giro, altra corsa!
Si
cambia completamente assetto rispetto alla mezza maratona di Palma di Maiorca.
Meno km e niente asfalto. Domenica 6 novembre ho partecipato all’Euromarathon, Ecotrail della penisola di Muggia, una corsa trail di 10 km lungo i colli attorno a Muggia, verso il
confine con la Slovenia. Compagno di fatica, as usual, il moroso che sogna la
rivincita dopo la Bavisela.
Premessa nr°1: l’allenamento era limitato tra la fine delle ferie e gli impegni di lavoro successivi e anche il meteo non sembrava essere dalla nostra, anzi erano previsti freddo e temporali. Ma la voglia di correre, come al solito, era parecchia soprattutto considerando i “pochi” km e il percorso completamente immerso nella natura.
Come previsto, la mattina della gara raggiungiamo il centro commerciale Montedoro (link), ritrovo e partenza della corsa, sotto la pioggia. Dai tifosi a casa giungono “in bocca al lupo” “Daghe!” ma anche “occhio al fango, si scivola…”. Bando alle ciance, si parte!
Premessa nr° 2: con un eccesso di spavalderia non c’eravamo minimamente preoccupati di studiare il percorso, sapevamo che ci sarebbero stati circa 400 m di dislivello ma non esattamente come e dove si saliva e si scendeva. La zona è vicino casa, è abbastanza nota, ma farla di corsa è tutta un’altra storia!!
Diego, il moroso aka compagno di fatiche, mi “abbandona” presto, alla prima salita (erta, muro, Everest …) non lo vedo più e sono immersa nel mucchio degli altri corridori.
Isso bandiera bianca quasi subito, le salite le farò camminando e cercherò di recuperare durante le discese e i (pochi) tratti in falsopiano, ossia in lieve ma inesorabile salita. Man mano che si susseguono i km il respiro si abitua alla fatica, i corridori attorno diminuiscono, il silenzio della natura mi avvolge e smette di piovere.
Durante l’ultima discesa un timido sole mi accompagna verso l’arrivo e i pericolosissimi ultimi 50 metri all’interno del centro commerciale, in cui ad ogni passo si rischiava di finire lunghi distesi in un negozio di borse o di trucchi.
All’arrivo trovo ad attendermi Diego, arrivato circa 5 minuti prima di me, e insieme ci rifocilliamo e attendiamo facce note, tra cui quella di Carlotta (armatrice del Poison su cui veleggia Sharon) alla prima gara competitiva. Brava Carlotta!
Morale della favola: le salite non sono decisamente il mio punto forte, esiste una Rampigada Santa 2.0 a Crociata, le lasagne sono un ottimo pranzo post-gara, il pettorale si chiama così perché va sul petto!!
Chià
Premessa nr°1: l’allenamento era limitato tra la fine delle ferie e gli impegni di lavoro successivi e anche il meteo non sembrava essere dalla nostra, anzi erano previsti freddo e temporali. Ma la voglia di correre, come al solito, era parecchia soprattutto considerando i “pochi” km e il percorso completamente immerso nella natura.
Come previsto, la mattina della gara raggiungiamo il centro commerciale Montedoro (link), ritrovo e partenza della corsa, sotto la pioggia. Dai tifosi a casa giungono “in bocca al lupo” “Daghe!” ma anche “occhio al fango, si scivola…”. Bando alle ciance, si parte!
Premessa nr° 2: con un eccesso di spavalderia non c’eravamo minimamente preoccupati di studiare il percorso, sapevamo che ci sarebbero stati circa 400 m di dislivello ma non esattamente come e dove si saliva e si scendeva. La zona è vicino casa, è abbastanza nota, ma farla di corsa è tutta un’altra storia!!
Diego, il moroso aka compagno di fatiche, mi “abbandona” presto, alla prima salita (erta, muro, Everest …) non lo vedo più e sono immersa nel mucchio degli altri corridori.
Isso bandiera bianca quasi subito, le salite le farò camminando e cercherò di recuperare durante le discese e i (pochi) tratti in falsopiano, ossia in lieve ma inesorabile salita. Man mano che si susseguono i km il respiro si abitua alla fatica, i corridori attorno diminuiscono, il silenzio della natura mi avvolge e smette di piovere.
Durante l’ultima discesa un timido sole mi accompagna verso l’arrivo e i pericolosissimi ultimi 50 metri all’interno del centro commerciale, in cui ad ogni passo si rischiava di finire lunghi distesi in un negozio di borse o di trucchi.
All’arrivo trovo ad attendermi Diego, arrivato circa 5 minuti prima di me, e insieme ci rifocilliamo e attendiamo facce note, tra cui quella di Carlotta (armatrice del Poison su cui veleggia Sharon) alla prima gara competitiva. Brava Carlotta!
Morale della favola: le salite non sono decisamente il mio punto forte, esiste una Rampigada Santa 2.0 a Crociata, le lasagne sono un ottimo pranzo post-gara, il pettorale si chiama così perché va sul petto!!
Chià
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